2. La danza delle luci

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Riprendiamo il nostro viaggio, ripartendo dal Sistema Solare, e muovendoci questa volta dagli oggetti celesti più vicini per andare verso quelli man mano più lontani da noi. Dalla Luna fino ai confini dell’Universo osservabile.

Più che sulla loro struttura, ci concentreremo sulla loro funzione e sulle loro trasformazioni.

Cominciamo dal principio, quando Dio, con la sua parola, ha generato la luce “Dio disse: Sia luce! E luce fu.” (Genesi, 1:3). Della luce infatti non è detto che sia stata creata, o fatta. Dio stesso è luce (1Giovanni, 1:5). E la sua parola è ugualmente luce (Salmi, 119:105, Giovanni 1:4).

Questa luce increata si manifesta attraverso le creature. E infatti Gesù, che ha detto “io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni, 8:12), ha detto ai suoi discepoli che anche noi siamo “la luce del mondo” (Matteo, 5:14).

Analogamente, in principio, dopo avere generato la luce (‘or אוֹר) che ha chiamato “giorno” (yom יוֹם), e dopo averla separata dalle tenebre che ha chiamato “notte” (layilah לָיְלָה), e dopo aver separato i mari dalla terra asciutta il secondo giorno, e aver successivamente dato vita ai vegetali il terzo giorno, Dio il quarto giorno ha fatto anche delle luci (me’oroth מְאֹרֹת), cioè delle sorgenti di quella che, per le creature del quinto e sesto giorno, diventerà la luce visibile.

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