Genesi 1:6 Poi Dio disse: «vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque».
7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu.
8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno.
Poi Dio disse
In realtà, il testo originale non dice “poi”, ma semplicemente “e”. Anche se il ve ebraico ha un senso più ricco del nostro “e”, non ha per questo la connotazione decisamente temporale del nostro poi. Ci dice che stiamo seguendo l’articolazione dei giorni della creazione: alla luce del giorno che abbiamo appena visto si aggiunge la luce che stiamo per vedere. La luce, cioè la chiarezza che viene dalla parola di Dio.
vi sia una distesa
Dio attraverso la sua parola mette ordine nella sua creazione. Come aveva detto “sia luce”, così ora dice “[vi] sia [una] distesa”. Come vedremo tra breve, anche questa volta il suo scopo è separare, distinguere, fare chiarezza.
Il termine ebraico che traduciamo con distesa (raqiy’a רָקִיעַ) viene da una radice che significa “pestare” (per esempio, i piedi). Distesa indica perciò un’estensione dotata di una certa solidità. Probabilmente per questo le traduzioni più antiche usano la parola firmamento, che fa pensare a qualcosa di fermo, fisso. La traduzione migliore sarebbe proprio il termine spazio, nella sua accezione moderna, quella che usiamo in espressioni come conquista dello spazio o spazio interstellare.